Alzi la mano chi si sarebbe aspettato un inizio di stagione così. Siate sinceri. Credo due o tre tifosi al massimo.
Arrivato a Milano in tenuta rock'n'roll con tanto di chitarra al collo e camicia hippie, Osvaldo creò tanto scetticismo tra gli addetti ai lavori e tra i tifosi nerazzurri: "E' una testa calda", si diceva; "Al Southampton ha fallito miseramente, così come nei sei mesi alla Juve" aggiungevano i maligni, oppure, in tanti, sostenevano che il suo caratteraccio avrebbe cozzato con gli altri ragazzi presenti nel nostro spogliatoio. E invece no: almeno, per il momento, è lui il leader silenzioso del gruppo, che anche nella disfatta contro il Cagliari è stato l'ultimo a mollare. Dal suo arrivo ha segnato 5 gol in 8 apparizioni e nemmeno tutte da titolare. Che sia definitivamente cambiato? Questo non lo possiamo sapere, ma sicuramente qualcosa nella sua testa è scattato, forse la piena fiducia nei suoi confronti da parte di Mazzarri, che lo ha ottenuto dopo averlo seguito per tre anni [spero di fargli fare la sua miglior stagione della carriera, disse Walter ai margini della presentazione del calciatore], o anche il sentirsi parte integrante e fondamentale del progetto "rinascita" nerazzurra attuato dal Presidente Thohir. Tutte supposizioni, ma la realtà, al momento, è una sola: non Vidic, non Medel, non Ranocchia, il vero leader - silenzioso - è Pablo Daniel Osvaldo.