giovedì 2 ottobre 2014

Prematch: Inter - Qarabağ, l'inizio di un tour de force


Ecco cosa saranno i giorni avvenire. Già, la partita di domani sarà la prima di un tour de force che ci dirà chi siamo e a cosa potremo ambire.
Inserisco anche il Qarabag perché sulla carta sarebbe un impegno agevolissimo, ma dopo ciò che è successo domenica scorsa contro la banda zemaniana, di questa carta, io non mi fido più [non che mi fidassi in passato, però..]. Mi spiego: un impegno casalingo, contro una compagine molto al di sotto del nostro livello, dopo una lezione di calcio appena subita, è uno dei peggiori scenari che si potesse prospettare, perché se vinci hai fatto il minimo sindacale, ma se perdi sei morto. Ecco, in certi casi, al tifoso interista non basta nemmeno vincere, ma ripeto, dopo un fragoroso 1-4 casalingo, il Bauscia vuole stravincere. Chi lo va a spiegare al tifoso del primo anello arancio un primo
Agdam, la città fantasma
tempo chiuso sullo 0-0 contro il Futbol Klubu Qarabağ Ağdam [compagine azera originaria della città fantasma più grande d'Europa, Agdam, località devastata ai primi anni '90 dalla faida armeno-azera per la conquista della regione del Nagorno Karabakh]? Già mi immagino i primi mugugni se al quarto d'ora il risultato fosse ancora in parità e non a nostro favore, oppure i primi controlli di palla sbagliati che fanno imbestialire il signorotto distinto che frequenta il primo rosso [cose che succedevano persino con la Grande Inter di Mourinho, figuriamoci con quella modesta di Mazzarri]: ecco perché dico che domani sarà essenziale vincere e convincere per fare pace con il pubblico del Meazza, imbufalito e seccato per la figuraccia patita domenica pomeriggio. E poi proiettarsi immediatamente verso i prossimi importantissimi impegni.



Quello di domani è un impegno ostico, come già detto in precedenza, contro un avversario inedito per l'Inter e per le squadre italiane.
Walter Mazzarri ha ancora il dubbio se schierare una formazione ricca di prime scelte, proprio per evitare ulteriori figuracce davanti al proprio pubblico oppure attuare turnover in vista delle prossime partite.

TITOLARI... - Una delle due possibilità è quella di un 3-5-1-1 [sigh...] con difesa tipo Ranocchia-Vidic-Juan Jesus, centrocampo folto con Guarìn-M'Vila-Kuzmanovic [Kovacic assente per infortunio] e D'Ambrosio-Nagatomo sulle corsie laterali data l'assenza di praticamente tutti gli atri esterni, tranne Mbaye che andrà in panchina. Ad agire dietro l'unica punta Icardi, ci potrebbe essere Hernanes, chiamato a riscattare un periodo in cui gli riesce veramente poco.

.....O TURNOVER - La seconda ipotesi sarebbe quella di vedere un'Inter senza tanti titolari: difesa con Andreolli-Ranocchia-Juan Jesus, centrocampo con Kuzmanovic-M'Vila-Hernanes e corsie esterne presidiate dalle scelte quasi obbligate Nagatomo-D'Ambrosio. Davanti Guarìn agirebbe da seconda punta ad affiancare Maurito Icardi.

MAZZARRI - Il mister sarà chiamato ad impostare una partita in cui l'Inter dovrà necessariamente vincere e convincere per riacquistare quell'autostima che è stata devastata da Ekdal e soci in quei maledetti 25 minuti di domenica scorsa. Lunedì, al ritrovo alla Pinetina col gruppo, non ha nascosto il suo disappunto anche con i giocatori, troppo assenti con la testa e con le gambe nel match con il Cagliari augurandosi che questi blackout non succedano più lavorando sodo per arrivare all'impegno di domani con la testa libera da pensieri negativi. 

VENTI GIORNI INFUOCATI - Firenze domenica e in casa contro il Napoli  dopo la sosta per le nazionali. Questi i due prossimi impegni dei nerazzurri che chiuderanno un ciclo che ci dirà chi siamo e a cosa potremo ambire seriamente, perché una squadra che è stata costruita per tornare grande deve dare risposte sul campo dopo una sonora sconfitta e non c'è nulla di meglio che poterlo fare contro due delle nostre dirette concorrenti per l'accesso alla Coppa dalle grandi orecchie, che da troppo tempo ci vede solo tristi spettatori. Troppi i punti buttati via per strada in questo inizio di stagione per potersi permettere altri cali di concentrazione [8 punti su 15 disponibili, -5 in classifica rispetto all'anno scorso] e troppe sono le possibilità che si ripetano le stesse situazioni dello scorso Campionato in caso di andamento altalenante della squadra. Ecco perché Mazzarri non dovrà mollare la presa, ma cercare di intraprendere la via dei risultati che ottenne a Napoli, quando con una memorabile cavalcata conquistò il secondo posto finale in classifica guadagnando l'accesso diretto alla Coppa dei Campioni.
La squadra deve dare risposte, i tifosi sperano e il sogno Champions League è vivo più che mai. A patto che si remi tutti nella stessa direzione e che gli episodi nefasti simil-Cagliari vengano definitivamente cancellati.

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